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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-04-26 ad oggi 2010-04-27 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

2010-04-27 NUCLEARE Inutile, dannoso e costoso ambientalisti si mobilitano

Un rapporto presentato dai Verdi nel 24mo anniversario di Chernobyl: in Italia ci sono 90 mila tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi, nei 20 anni seguiti alla chiusura delle centrali il nostro Paese ha speso 12 miliardi di euro. Verso un Comitato nazionale

010-04-25 IN ATTESA DEL NUCLEARE Rifiuti radioattivi, un’odissea lunga 10 anni

2010-04-26 Spot sulla Rai sui francesi che vivono nei pressi delle centrali

Nucleare in Italia, Berlusconi: "Inizio lavori entro tre anni"

Putin in visita "semi-privata". due memorandum su nucleare e Abruzzo

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

MILANO - Un "affettuoso benvenuto" a Vladimir Putin, al quale "sono legato da molti anni da stima, amicizia e affetto". Così Silvio Berlusconi ha salutato il premier russo in apertura della conferenza stampa a villa Gernetto dopo l'incontro tra i due leader. Al centro dei colloqui c'è soprattutto il delicato tema dell'energia.

FUTURO NUCLEARE - "Abbiamo parlato molto del futuro dell'energia nel mondo - ha spiegato Berlusconi - e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare. Un progetto che potrà cambiare gli scenari della produzione di energia per le generazioni future" (il riferimento è al memorandum d’intesa per la collaborazione in vista della creazione in territorio russo di un reattore termonucleare sperimentale "Ignitor"). Poi l'annuncio del premier: i lavori per la prima centrale nucleare in Italia "saranno iniziati entro tre anni" e ha assicurato che il ministro Scajola è intenzionato a far partire i lavori entro questa legislatura. "Prima di individuare un luogo in cui realizzare una centrale nucleare, bisogna che cambi l'opinione pubblica italiana".

010-04-25 IN ATTESA DEL NUCLEARE Rifiuti radioattivi, un’odissea lunga 10 anni

Per completare il percorso che porta da Scanzano Jonico al nuovo deposito unico dei rifiuti radioattivi, servono almeno dieci anni. Sei sono già trascorsi dal giorno in cui il secondo governo Berlusconi dichiarò chiusa, dopo due settimane di proteste e mobilitazioni della comunità lucana, la vicenda relativa al cimitero nucleare. Altri quattro anni sono invece il tempo necessario dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 31 del 15 febbraio 2010 in cui, tra l’altro, si definisce la necessità di una "carta" delle aree idonee per il nuovo sito. A differenza del passato, una novità però c’è già: non si tratterà più di un sito "geologico", pronto ad ospitare in profondità rifiuti ad alta radioattività, ma di un sito posto in superficie all’interno di un moderno parco tecnologico. Da questo punto di vista, almeno, l’addio simbolico a Scanzano Jonico è già cominciato. "Non vorremmo essere noi in Italia i primi a fare un deposito sotterraneo" ha spiegato nei giorni scorsi il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che ha poi confermato la volontà di trovare un sito in superficie, riconoscendo che la gestione delle scorie è ormai diventata un "problema ineludibile".

Tempi lunghi per la scelta

"La scelta di indicare Scanzano fu all’epoca un errore del mondo politico – spiega Ugo Spezia, segretario generale dell’associazione italiana nucleare, nonché memoria storica della stagione dell’atomo in Italia – Si sbagliò per l’impostazione verticistica che si diede al progetto, sottovalutando la necessità di creare consenso". Che si trattasse di un <+corsivo>boomerang<+tondo>, fu subito chiaro dalla sorpresa con cui la notizia venne accolta da migliaia di cittadini e dagli stessi amministratori. "Mi feci spedire l’agenzia via email e andai in municipio – ha raccontato qualche mese fa il cronista Pierantonio Lutrelli – Incontrai un solo assessore. Gli feci legge l’Ansa. Restò scosso. Si vedeva che non sapeva niente".

Il cimitero nucleare doveva sorgere a Terzo Cavone, in uno spazio grande come un campo di calcio. Un deposito "ideale", secondo gli addetti ai lavori. "Ma all’Italia non serviva un progetto del genere" riconosce oggi Spezia, che preferisce proiettare lo sguardo verso il futuro. Il processo per l’individuazione del nuovo deposito avverrà per gradi e passerà al vaglio delle osservazioni e dei pareri di molte autorità, fino alla manifestazione di interesse da parte delle Regioni interessate. I tempi saranno lunghi: da un minimo di 1.565 giorni a un massimo di 1.805. "Sono necessarie diverse fasi per creare consenso – spiega Spezia – mentre, una volta ottenute tutte le autorizzazioni, la costruzione del deposito sarà rapida". Si è ribaltata la prospettiva: non più decisioni una tantum inaspettate ma un lungo lavoro ai fianchi delle realtà potenzialmente interessate, tanto che Spezia dà atto al governo di "aver mostrato questa volta di sapersi prendere le proprie responsabilità in materia". Non più una decisione esclusivamente italiana, ma un passo cruciale nel solco dei modelli europei. "La formula è quella sperimentata con successo a Karlshrue, in Germania: un parco tecnologico con un sito superificiale per la raccolta di rifiuti a bassa e media attività – spiega Spezia – Ci sarebbero vantaggi significativi sia per le comunità ospitanti, che riceverebbero fondi dallo Stato pari a 5 milioni di euro all’anno, sia per l’occupazione: il parco tecnologico potrebbe dare lavoro a un migliaio di persone".

Il dibattito che non c’è

In Italia i materiali radioattivi esistenti sono pari a circa 80mila metri cubi, inclusi i rifiuti: si va da quelli derivanti dallo smantellamento delle vecchie centrali nucleari a quelli prodotti dall’industria, dal settore medico-sanitario e dalla ricerca scientifica. Quali sono i rischi per l’ambiente? "Praticamente zero" secondo Spezia. Ogni deposito è comunque dotato di una rete di monitoraggio che si estende per chilometri intorno agli impianti ed è in grado di rilevare qualsiasi anomalia. Quando ci sarà, il nuovo deposito unico servirà sia per le nuove che per le vecchie centrali. La mappa dei siti dovrà dunque comprendere, in previsione, anche l’indicazione di un sito in più per la raccolta dei rifiuti nucleari.

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..

 

Il Mio Pensiero (Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF ):

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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-04-26 ad oggi 2010-04-27

AVVENIRE

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2010-04-26

26 Aprile 2010

VERTICE ITALIA-RUSSIA

Nucleare in Italia, Berlusconi:

"Lavori al via entro tre anni"

I lavori per la prima centrale nucleare in Italia "saranno iniziati entro tre anni". Lo ha annunciato Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa a Villa Gernetto (Lesmo), assicurando che il ministro Scajola è intenzionato a far partire i lavori entro questa legislatura.

L'annuncio è stato dato al termine del vertice italo-russo, con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il primo ministro della Federazione russa, Vladimir Putin, e una folta delegazione dei due Paesi. Nella dimora settecentesca del premier, per partecipare all'incontro, sono arrivati tra gli altri anche il ministro Maria Stella Gelmini, Paolo Bonaiuti, Guido Bertolaso, Marco Tronchetti Provera, Fulvio Conti. Nella delegazione russa: l'ambasciatore russo in Italia, Meshkov, il vice premier con delega all'Energia, Igor Secin, e il ministro dell'Energia Serghei Shmatko. Al vertice partecipa anche il presidente del Consiglio di amministrazione della Gazprom, Miller, il vice ministro dell'Istruzione russo, Mazurenko, il vice ministro dell'Industria Dementiev, il vice ministro degli Affari esteri, Grushko, il vice capo dell'Apparato governo, Ushakov, il capo del governatorato del Presidente, Kozhin. In cima all'agenda dei colloqui c'era la sicurezza energetica; a questo proposito, è stato firmato un accordo tra i ministeri della ricerca scientifica dei due Paesi per un programma per lo sviluppo della fusione nucleare. Si tratta del programma denominato Ignitor.

L'Aquila. Il governo russo ha anche annunciato lo stanziamento di 7,2 milioni di euro per contribuire alla ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della chiesa di San Gregorio Magno, all'Aquila.

Gasdotto. I lavori per il progetto Southstream avranno inizio "nei primi sei mesi del 2012", ha aggiunto il premier Silvio Berlusconi. "I nostri responsabili di Gazprom ed Eni hanno messo a punto le cose da fare immediatamente e il progetto dovrebbe essere tale che l'inizio dei lavori è previsto per i primi sei mesi del 2012", ha detto Berlusconi a proposito del gasdotto che arriverà in Italia dalla Russia aggirando l'Ucraina. A proposito Putin ha annunciato che la società francese Edf punta ad ottenere la partecipazione al 25% nel progetto del gasdotto, guidato in maniera paritetica dai colossi italiano Eni e russo Gazprom. Nei mesi scorsi, Eni e Gazprom avevano dato il via libera all'ingresso della società francese nel progetto, anche se fino a oggi si era parlato di possibili quote tra il 10 e il 20%.

Cooperazione economica. Il premier russo Vladimir Putin ha anche auspicato che Russia e Italia ripristino i livelli pre-crisi della cooperazione economica. "Dobbiamo fare passi attivi - ha dichiarato il capo del governo russo - per ripristinare il livello della nostra cooperazione, abbiamo tutto per poterlo fare. In seguito alla crisi mondiale, l'interscambio si è ridotto del 38%. Normalmente - ha proseguito - si pensa che alla base della nostra cooperazione ci sia l'energia, e prevalentemente è così, però non è tutto ciò di cui ci occupiamo insieme", ha aggiunto Putin, ricordando la collaborazione nei settori metalmeccanico, chimico, dell'aviazione e dello spazio.

 

 

 

 

 

 

010-04-25

IN ATTESA DEL NUCLEARE

Rifiuti radioattivi,

un’odissea lunga 10 anni

Per completare il percorso che porta da Scanzano Jonico al nuovo deposito unico dei rifiuti radioattivi, servono almeno dieci anni. Sei sono già trascorsi dal giorno in cui il secondo governo Berlusconi dichiarò chiusa, dopo due settimane di proteste e mobilitazioni della comunità lucana, la vicenda relativa al cimitero nucleare. Altri quattro anni sono invece il tempo necessario dall’entrata in vigore del decreto legislativo n. 31 del 15 febbraio 2010 in cui, tra l’altro, si definisce la necessità di una "carta" delle aree idonee per il nuovo sito. A differenza del passato, una novità però c’è già: non si tratterà più di un sito "geologico", pronto ad ospitare in profondità rifiuti ad alta radioattività, ma di un sito posto in superficie all’interno di un moderno parco tecnologico. Da questo punto di vista, almeno, l’addio simbolico a Scanzano Jonico è già cominciato. "Non vorremmo essere noi in Italia i primi a fare un deposito sotterraneo" ha spiegato nei giorni scorsi il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che ha poi confermato la volontà di trovare un sito in superficie, riconoscendo che la gestione delle scorie è ormai diventata un "problema ineludibile".

Tempi lunghi per la scelta

"La scelta di indicare Scanzano fu all’epoca un errore del mondo politico – spiega Ugo Spezia, segretario generale dell’associazione italiana nucleare, nonché memoria storica della stagione dell’atomo in Italia – Si sbagliò per l’impostazione verticistica che si diede al progetto, sottovalutando la necessità di creare consenso". Che si trattasse di un <+corsivo>boomerang<+tondo>, fu subito chiaro dalla sorpresa con cui la notizia venne accolta da migliaia di cittadini e dagli stessi amministratori. "Mi feci spedire l’agenzia via email e andai in municipio – ha raccontato qualche mese fa il cronista Pierantonio Lutrelli – Incontrai un solo assessore. Gli feci legge l’Ansa. Restò scosso. Si vedeva che non sapeva niente".

Il cimitero nucleare doveva sorgere a Terzo Cavone, in uno spazio grande come un campo di calcio. Un deposito "ideale", secondo gli addetti ai lavori. "Ma all’Italia non serviva un progetto del genere" riconosce oggi Spezia, che preferisce proiettare lo sguardo verso il futuro. Il processo per l’individuazione del nuovo deposito avverrà per gradi e passerà al vaglio delle osservazioni e dei pareri di molte autorità, fino alla manifestazione di interesse da parte delle Regioni interessate. I tempi saranno lunghi: da un minimo di 1.565 giorni a un massimo di 1.805. "Sono necessarie diverse fasi per creare consenso – spiega Spezia – mentre, una volta ottenute tutte le autorizzazioni, la costruzione del deposito sarà rapida". Si è ribaltata la prospettiva: non più decisioni una tantum inaspettate ma un lungo lavoro ai fianchi delle realtà potenzialmente interessate, tanto che Spezia dà atto al governo di "aver mostrato questa volta di sapersi prendere le proprie responsabilità in materia". Non più una decisione esclusivamente italiana, ma un passo cruciale nel solco dei modelli europei. "La formula è quella sperimentata con successo a Karlshrue, in Germania: un parco tecnologico con un sito superificiale per la raccolta di rifiuti a bassa e media attività – spiega Spezia – Ci sarebbero vantaggi significativi sia per le comunità ospitanti, che riceverebbero fondi dallo Stato pari a 5 milioni di euro all’anno, sia per l’occupazione: il parco tecnologico potrebbe dare lavoro a un migliaio di persone".

Il dibattito che non c’è

In Italia i materiali radioattivi esistenti sono pari a circa 80mila metri cubi, inclusi i rifiuti: si va da quelli derivanti dallo smantellamento delle vecchie centrali nucleari a quelli prodotti dall’industria, dal settore medico-sanitario e dalla ricerca scientifica. Quali sono i rischi per l’ambiente? "Praticamente zero" secondo Spezia. Ogni deposito è comunque dotato di una rete di monitoraggio che si estende per chilometri intorno agli impianti ed è in grado di rilevare qualsiasi anomalia. Quando ci sarà, il nuovo deposito unico servirà sia per le nuove che per le vecchie centrali. La mappa dei siti dovrà dunque comprendere, in previsione, anche l’indicazione di un sito in più per la raccolta dei rifiuti nucleari.

Ma l’intreccio tra tempi, procedure e ricognizioni sul campo può rappresentare un problema. "La questione del deposito unico – riflette Sergio Vazzoler, responsabile Ferpi in materia di processi decisionali e "sindrome Nimby" – fa riemergere un ritardo strutturale nel dibattito italiano. Un Paese come l’Italia deve prepararsi per tempo a una svolta del genere, invece l’incertezza legislativa rallenta i processi di comunicazione e si finisce per non partire mai". "Il rischio che si strumentalizzi il problema della sicurezza c’è" ammette Spezia, che però chiede "un salto culturale della nostra classe politica, che deve smetterla di investire sulle paure della gente". Si torna a Scanzano Jonico, ai timori della popolazione e delle comunità locali e agli errori commessi all’epoca. "Oggi dalla sindrome Nimby (Not in my back yard, non nel mio giardino) siamo passati alla sindrome Nimto (Not in my term of office, non durante il mio mandato). I politici, sia nazionali che locali, decidono per ragioni di consenso di rinviare le scelte strategiche – spiega Vazzoler – e alla fine si moltiplicano gli interessi particolari". Servirebbe un dibattito pubblico e magari un’Autorità deputata a farlo, come accade in Francia, Paese eletto a modello per il futuro nucleare italiano. Eppure i mesi passano e le novità non arrivano.

Diego Motta

 

 

 

 

 

 

 

CORRIERE della SERA

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2010-04-26

Spot sulla Rai sui francesi che vivono nei pressi delle centrali

Nucleare in Italia, Berlusconi:

"Inizio lavori entro tre anni"

Putin in visita "semi-privata". Firmati

due memorandum su nucleare e Abruzzo

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VIDEO - Berlusconi: "Matrimoni? Non sono esperto" (26 aprile 2010)

Spot sulla Rai sui francesi che vivono nei pressi delle centrali

Nucleare in Italia, Berlusconi:

"Inizio lavori entro tre anni"

Putin in visita "semi-privata". Firmati

due memorandum su nucleare e Abruzzo

MILANO - Un "affettuoso benvenuto" a Vladimir Putin, al quale "sono legato da molti anni da stima, amicizia e affetto". Così Silvio Berlusconi ha salutato il premier russo in apertura della conferenza stampa a villa Gernetto dopo l'incontro tra i due leader. Al centro dei colloqui c'è soprattutto il delicato tema dell'energia.

 

FUTURO NUCLEARE - "Abbiamo parlato molto del futuro dell'energia nel mondo - ha spiegato Berlusconi - e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare. Un progetto che potrà cambiare gli scenari della produzione di energia per le generazioni future" (il riferimento è al memorandum d’intesa per la collaborazione in vista della creazione in territorio russo di un reattore termonucleare sperimentale "Ignitor"). Poi l'annuncio del premier: i lavori per la prima centrale nucleare in Italia "saranno iniziati entro tre anni" e ha assicurato che il ministro Scajola è intenzionato a far partire i lavori entro questa legislatura. "Prima di individuare un luogo in cui realizzare una centrale nucleare, bisogna che cambi l'opinione pubblica italiana". "Dobbiamo fare una vasta opera di convincimento sulla sicurezza delle nuove centrali- ha aggiunto il premier -. In Francia le comunità locali scendono in campo per avere le centrali in casa loro: portano anche tanto lavoro e si scatena la rincorsa per averle".

SPOT SULLA RAI - Da qui l'idea di spot da far partire sulla Rai: "Ne ho parlato con esponenti della nostra tv di Stato, stiamo lavorando a un progetto per raccogliere le esperienze dei francesi che vivono vicino le centrali e trasmetterle in Italia. È un lavoro che durerà più di un anno, ma è necessario", ha detto il premier. "È macabro che Berlusconi scelga cinicamente l'anniversario di Cernobyl per lanciare il suo progetto di propaganda sulla Rai per il nucleare", commenta Andrea Lepore, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace. "L'ennesimo annuncio di propaganda sul nucleare denuncia tutte le difficoltà di Berlusconi di far digerire agli italiani una scelta sbagliata e antieconomica", ha aggiunto Ermete Realacci (Pd).

REAZIONI - Numerose le reazioni all'annuncio nucleare di Berlusconi. Laura Puppato, responsabile Politiche ambientali del Pd: "Berlusconi s'informi meglio: non c'è nessun estremismo ambientalista che vede il nucleare con il fumo negli occhi. C'è solo buon senso, associato a una realtà internazionale che investe tutte le risorse in energie rinnovabili: l'Ue ha calcolato in 50-60 annila durata delle scorte di uranio". Claudio Saroufim, responsabile ambiente del PdcI - Federazione della sinistra, commenta con una battuta: "Tre anni per inizio lavori della prima centrale? Prima di quella data speriamo che il governo sia già caduto". "Nessuna centrale sarà costruita in Italia", ha affermato il presidente del gruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi. "Il 1° maggio l'Idv inizia la raccolta delle firme contro il nucleare e il referendum spazzerà via la colossale truffa atomica". Slitta intanto all'autunno il referendum contro l'installazione di centrali e lo stoccaggio di scorie nucleari in Sardegna. Il 1° aprile l'Ufficio regionale per il referendum ha dichiarato ammissibile il quesito proposto dal Comitato che ha raccolto oltre 16 mila firme: si voterà probabilmente in ottobre.

ENI - Tornando al tema energia del vertice, nell'ottica della collaborazione Italia-Russia, è stata data notizia che l'Eni potrebbe espandere la sua collaborazione con Gazprom anche al di fuori dell'Europa, ad esempio in Africa. "Continueremo - ha detto Berlusconi - in direzione della collaborazione fra Gazprom ed Eni (commettendo un piccolo lapsus: ha citato l'Unione Sovietica al posto della Russia, ndr) e penso che ci possano essere collaborazioni in paesi extraeuropei. C'è tutto un continente come l'Africa che si apre ad aziende estere e non vorremmo lasciare che fosse solo la Cina ad assorbire tutte le nuove potenzialità".

LA CRISI - "Purtroppo - ha però rimarcato il premier - abbiamo registrato un calo di quasi il 30% dei movimenti tra noi e la Russia, una flessione legata alla crisi. Speriamo che la ripresa possa fare tornare l'interscambio commerciale ai livelli del 2008". Il premier russo ha auspicato che Russia e Italia ripristino i livelli pre crisi della cooperazione economica. "Dobbiamo fare passi attivi - ha dichiarato il capo del governo russo nella conferenza comune con il premier Silvio Berlusconi - per ripristinare il livello della nostra cooperazione, abbiamo tutto per poterlo fare. In seguito alla crisi mondiale, l'interscambio si è ridotto del 38%. Normalmente - ha proseguito - si pensa che alla base della nostra cooperazione ci sia l'energia, e prevalentemente è così, però non è tutto ciò di cui ci occupiamo insieme", ha aggiunto Putin, ricordando la collaborazione nei settori metalmeccanico, chimico, dell'aviazione e dello spazio.

L'AQUILA - Nonostante la crisi Mosca ha annunciato lo stanziamento di 7,2 milioni di euro per contribuire alla ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della chiesa di San Gregorio Magno. "Commentando il "gesto di amicizia" della Russia che stanzierà 7,2 mln di euro per la ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e la chiesa di San Gregorio all'Aquila Berlusconi ha detto a Putin che "deve ritenersi obbligato ad accettare l'invito a venire ad ascoltare la prima messa quando verrà riaperta la chiesa di San Gregorio magno all'Aquila. E lui verrà".

UNIVERSITÀ LIBERALE - Il luogo del vertice, Villa Gernetto, è la dimora che dovrebbe ospitare l'ateneo tanto voluto dal Cavaliere. Berlusconi spiega ai cronisti che i lavori per l'università vanno avanti e che i politici di livello internazionale contatti per insegnare sono già molti. "Io - aggiunge - vorrei che il primo tra i professori a inaugurare il corso fosse Vladimir Putin. L'ho chiesto a lui e dalla sua risposta- assicura sorridendo - ho capito che non sarebbe contrario a farlo".

SOCHI 2014 - Il premier ha poi assicurato all'amico tutto l'appoggio dell'Italia per l'organizzazione dell'Olimpiade invernale:"Noi abbiamo ospitato a Torino con grande successo una Olimpiade invernale, e per Sochi 2014 siamo disponibili a consegnare tutta l'esperienza dei nostri tecnici ai tecnici della Federazione Russa. Con molta gioia ci mettiamo a disposizione". "Abbiamo parlato anche delle altre manifestazioni che la Russia intende ospitare, tra cui i Mondiali di calcio", ha spiegato il premier.

MATRIMONI - Infine Berlusconi ha risposto a una domanda su cosa serva per far funzionare i "matrimoni politici" (guarda il video): "Sono esperto in molti settori, urbanistica, editoria, televisione, sport, amministrazione pubblica, ma non ho felici risultati per quanto riguarda i matrimoni e mi astengo dal dare suggerimenti al riguardo. Per litigare bisogna essere in due, ma per divorziare basta essere in uno, mi è stato detto da qualcuno che conoscete...". Il riferimento finale di Berlusconi è chiaramente alla sua vicenda coniugale con Veronica Lario intrecciata ai recenti problemi politici con Fini.

Redazione online

26 aprile 2010

 

 

 

 

IL DISASTRO 24 ANNI DOPO

Verdi, Legambiente e Greenpeace:

"Fermate la follia nucleare"

Sit-in e raccolte firme a Roma per ricordare il disastro di Chernobyl e dire no alle nuove centrali in Italia

ROMA - Un appello al governo italiano per non dimenticare e non commettere gli errori del passato nell'ambito del nucleare. Lo ha lanciato Greenpeace oggi, nel giorno del 24esimo anniversario del disastro della centrale di Chernobyl (guarda il video)che il 26 aprile del 1986 fu teatro di un'esplosione, con una manifestazione davanti a Montecitorio con fotografie e striscioni contro il nucleare: "Stop follia nucleare". E i Verdi, sempre davanti a Montecitorio, hanno simulato l'incidente dell'86.

"NO AL NUCLEARE" - "Non vogliamo dimenticare e non vogliamo tornare al nucleare - ha detto Andrea Lepore, responsabile campagna nucleare di Greenpeace - a ventiquattro anni da Chernobyl, la propaganda filo-nucleare continua a sottostimare gli effetti della tragedia di Chernobyl e il numero dei morti causati dall'incidente, il peggiore della storia, Purtroppo la stima dei morti causati dall'incidente è di oltre 200mila e nessuno di loro deve essere dimenticato". La

Gli attivisti davanti a Montecitorio (Eidon)

Gli attivisti davanti a Montecitorio (Eidon)

propaganda filo-nucleare, afferma Greenpeace, parla di 65 morti, riferendosi a malapena al numero dei lavoratori e soccorritori morti in seguito all'esplosione. Ma l'accademia Russa delle Scienze dimostra che anche le stime del Chernobyl Forum, che indicavano 9mila morti, erano state troppo caute e che i morti dovuti all'incidente sono oltre 200mila. "Il governo intende imporre all'Italia il nucleare e si prepara a una campagna di disinformazione sui rischi e i costi di questa pericolosa tecnologia. Così - continua Lepore - non solo dimostra di non curarsi della volontà espressa dai cittadini, ma anche di non avere imparato nulla dagli errori passati". Le centrali francesi "Epr" che il governo vorrebbe far costruire in Italia, prosegue l'organizzazione, "sono state dichiarate carenti nel sistema di controllo dalle autorità di sicurezza francese, britannica e finlandese". Inoltre, secondo i documenti resi noti dall'associazione francese "Sortir du nucleaire", "potrebbero essere pericolose quanto quella di Chernobyl, perché sottoposte al rischio di analoghi incidenti".

I VERDI - Davanti a Montecitorio una nube si leva dalle sagome di due reattori nucleari. Anche i Verdi manifestano per dire ancora una volta "no" al piano sul nucleare del governo. Il presidente del movimento ambientalista Angelo Bonelli, insieme a un nutrito gruppo di militanti, illustra nel dettaglio la mappa del nucleare in Italia. Tredici i siti a rischio, da Montalto di Castro (Viterbo) a Caorso (Piacenza), a Trino Vercellese (Vercelli), Borgo Sabotino (Latina). C'è anche la piccola Cernobyl, a Garigliano (Caserta), cittadina al confine tra Lazio e Campania, "dove- spiega Bonelli- negli anni in cui funzionava la centrale, si sono verificati 4 incidenti nucleari che hanno portato il livello di radioattività a un livello tale che nella zona si sono verificati numerosi casi di ciclopismo tra i bambini". L'incidente più grave risale al 1976: la piena del fiume Garigliano penetrò nel locale sotterraneo della centrale, dove sono ancora oggi stoccate le scorie radioattive, e, ritirandosi, trascinò nel letto del fiume, nella campagna e nel mare, più di un milione di litri d'acqua contaminata dai radionuclidi provenienti dal sistema di purificazione delle acque del reattore.

LETTERA A BERLUSCONI - Alle tante ragioni contro, i Verdi ne aggiungono una che può tuttavia essere chiarita dal Governo. Bonelli ha scritto una lettera al presidente del Consiglio per chiedere se "è vero o no che negli accordi stipulati con la Francia, il Governo italiano abbia sottoscritto un accordo riservato di cooperazione militare che prevede l'utilizzo del nucleare civile dal punto di vista militare in Italia". In sostanza, chiedono i Verdi al premier: "L'Italia vuole costruire da sé la testate nucleari?".

LEGAMBIENTE - E anche Legambiente Lazio è scesa in piazza per ricordare il disastro di Chernobyl. Lunedì mattina l'associazione ambientalista ha allestito uno stand al mercato romano di Testaccio per incontrare i cittadini e offrire loro la possibilità di scegliere cibi biologici e altri di origine "ipoteticamente contaminata", per "ricordare quanti effetti negativi provochi la presenza di una centrale atomica sul territorio", ha spiegato il presidente di Legambiente Lazio, Lorenzo Parlati. "I cittadini sono molto attenti e sensibili al tema", ha assicurato. "Oggi abbiamo voluto ricordare il disastro di Cernobyl", perchè "ancora oggi in quel territorio si vivono i problemi della radioattività, dell'impossibilità di coltivare". Un ricordo per l'ambientalista doveroso perchè in Italia "si rischia", perchè si punta su "un nucleare pericoloso come quello di Cernobyl, perchè le tecnologie sono sempre le stesse". E i romani, questo, sembrano saperlo se è vero che "solo stamattina abbiamo raccolto alcune centinaia di firme per la nostra petizione contro il nucleare".

Gli attivisti di Legambiente al mercato di Testaccio (Omniroma)

Gli attivisti di Legambiente al mercato di Testaccio (Omniroma)

LE FIRME - La petizione, ha ricordato Parlati, è stata lanciata mesi fa e continua a raccogliere firme. "Quando ci sarà il decreto definitivo per la definizione dei criteri per le centrali presenteremo le firme al Governo e ai presidenti delle regioni". A proposito di regioni, Lorenzo Parlati ha tenuto a sottolineare che undici regioni si sono già espresse per il "no" al nucleare, e per quanto riguarda il Lazio, se da una parte "Polverini in campagna elettorale ha promesso che non ci saranno centrali" nella regione, dall'altra i cittadini si stanno dimostrando contro una ipotesi di impianto sul territorio laziale. "Molte delle persone che abbiamo fermato ci hanno detto: '"E che ce lo dovete chiedere se siamo contrari al nucleare? Non c'è bisogno di chiederlo"", ha riferito il presidente di Legambiente Lazio. Da questa iniziativa, ha aggiunto Parlati, è stato possibile vedere come "il Governo rischi di fare il nucleare contro la volontà dei cittadini". Insomma, il nucleare "è rischio e sbagliato", ha tagliato corto Parlati. "Con molti meno soldi e con molto meno tempo- ha concluso- è possibile realizzare un piano per l'efficienza energetica e per le fonti rinnovabili".

Redazione online

26 aprile 2010

 

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-04-27

NUCLEARE

Inutile, dannoso e costoso

ambientalisti si mobilitano

Un rapporto presentato dai Verdi nel 24mo anniversario di Chernobyl: in Italia ci sono 90 mila tonnellate di rifiuti tossici e radioattivi, nei 20 anni seguiti alla chiusura delle centrali il nostro Paese ha speso 12 miliardi di euro. Verso un Comitato nazionale

di CARMINE SAVIANO

Inutile, dannoso e costoso ambientalisti si mobilitano

Dodici miliardi di euro in vent'anni. E' quanto in Italia è stato speso dalla chiusura delle centrali nucleari ad oggi. Soldi utilizzati esclusivamente per gestire le scorie radioattive. E che non hanno finanziato né nuove ricerche su energie rinnovabili né la costruzione di un deposito unico nazionale. La denuncia è contenuta in un dossier presentato dai Verdi in occasione del 24° anniversario del disastro di Chernobyl: "L'Italia paga per il nucleare che non ha". E riparte la mobilitazione ambientalista. Per Legambiente "la scelta del governo di far ritornare il nucleare in Italia è rischiosa e sbagliata". E sul deposito nazionale di scorie crescono le preoccupazioni in merito all'ipotesi di costruirlo nell'area del Garigliano, tra la provincia di Caserta e quella di Latina. "Proprio in quella zona, abbiamo già avuto la nostra piccola Chernobyl".

Il dossier dei Verdi. Novantamila metri cubi di rifiuti tossici e radioattivi. A tanto ammonta il lascito delle centrali nucleari italiane, chiuse nel 1990. Un'enorme quantità di scorie sparse in tutto il Paese. Una bomba ecologica non ancora disinnescata che lo Stato sorveglia al costo di 500 milioni di euro l'anno. Soldi, naturalmente, pubblici. Sessantacinquemila tonnellate di questi rifiuti di seconda e terza categoria "provengono dalle centrali in dismissione". Per completare il quadro, bisogna aggiungere "una produzione annuale di 1.000 metri cubi di scorie provenienti da usi medici e industriali". E le scorie non invecchiano. La loro pericolosità è quasi permanente. "Quelli di seconda categoria sono rifiuti pericolosi per circa 300 anni mentre quelli di terza rimangono carichi di radioattività anche per 250mila anni".

L'accordo con la Francia. Al centro delle polemiche, l'accordo che il governo italiano ha sottoscritto con la Francia 1 per la costruzione di reattori nucleari. E Angelo Bonelli, presidente dei Verdi, ha un sospetto: "Con Parigi potrebbero esserci altri accordi, riservati, per la costruzione di armi atomiche". Anche Legambiente critica la scelta del governo. Affidando le proprie motivazioni a uno studio condotto sulla tecnologia nucleare francese. Quella che l'Italia dovrebbe importare. E l'EPR, la sigla che identifica il reattore d'oltralpe, viene definito "un bidone".

Verso un Comitato Nazionale Antinucleare. Le associazioni ambientaliste sono al lavoro per mettersi in rete. La cornice ideologica è indicata in un documento, sottoscritto, tra gli altri, da Wwf, Italia Nostra, Greepeace e Legambiente. Nel testo vengono elencati i motivi che rendono la svolta nucleare "inutile e pericolosa": autosufficienza energetica già raggiunta, costi eccessivi del nucleare, scarse prospettive di impiego. E poi, il nucleare non ridurrebbe la dipendenza energetica dell'Italia, perché "dovremmo importare uranio, tecnologia e brevetti".

La piccola Chernobyl sul Garigliano. L'ipotesi di costruire il deposito nazionale di scorie nell'area del Garigliano, è molto discussa. Anche perché, ricorda il dossier dei Verdi, la zona è già stata interessata da alcuni incidenti. Una lunga e agghiacciante sequenza. Che parte dalla metà degli anni '70. E che si svolge nella centrale nucleare di Sessa Aurunca, provincia di Caserta. Nel dicembre 1976 "il fiume Garigliano in piena, entra nel locale sotterraneo raccogliendo oltre un milione di litri d'acqua contaminata". Un incidente analogo si verifica nel novembre del 1979. Poi passa un anno. E nel novembre del 1980 "le piogge abbondanti penetrano nella centrale. E fuoriescono nel fiume portandosi dietro cesio 137". Due anni dopo "un contenitore su rimorchio ferroviario da Roma perde per strada 9.000 litri di acqua con cobalto 58, cobalto 60, e manganese 54". E per il dossier sono documentabili, nel 1972 e nel 1976, due esplosioni dei filtri del camino centrale.

Incidenti che "hanno contaminato fiumi e terreni. E 1700 chilometri quadrati di mare, come certificano studi condotti dall'ENEA tra il 1980 e il 1982", dice Giulia Casella, presidente del circolo Legambiente di Sessa Aurunca. Che, in merito all'ipotesi di costruire sul Garigliano il deposito nazionale di scorie, dice: "Si tratta di un'ipotesi sciagurata. L'area è inadatta dal punto di vista idrogeologico. E non lo diciamo noi. Lo attesta un documento del governo del 1985".

(27 aprile 2010)

 

 

 

2010-04-26

IL VERTICE

La stretta nucleare di Putin e Berlusconi

"Accordo con Russia, prima centrale in 3 anni"

Il vertice si conclude con l'augurio che si torni "a un interscambio tra i due Paesi che raggiunga gli stessi livelli del 2008". La Russia darà 7,2 milioni di euro per la ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della chiesa di San Gregorio Magno a L'Aquila

La stretta nucleare di Putin e Berlusconi "Accordo con Russia, prima centrale in 3 anni" Silvio Berlusconi e il premier russo Vladimir Putin

LESMO - "Con la Russia abbiamo stipulato un accordo che segnerà una svolta per il nucleare". Questo il risultato più importante del vertice bilaterale fra Italia e Russia che ha visto protagonisti Silvio Berlusconi e Vladimir Putin. Il premier italiano ha voluto subito ricordare di essere legato al suo omologo russo "da molti anni da stima, amicizia e affetto". A Villa Gernetto, la dimora settecentesca del premier appena ristrutturata, erano presenti tra gli altri anche il ministro Maria Stella Gelmini, Paolo Bonaiuti, Guido Bertolaso, Marco Tronchetti Provera, Fulvio Conti.

Sia l'Italia che la Russia mostrano "segnali confortanti di ripresa", ha detto Silvio Berlusconi. L'atmosfera della conferenza stampa congiunta è stata conciliante, l'augurio quella di una ripresa che, ha detto Berlusconi, "fa sperare che l'interscambio con la Russia, in calo del quasi trenta per cento per la crisi e conomica, possa tornare ai livelli in cui era nel 2008".

Nella delegazione della Federazione Russa è presente anche Aleksej Borisovich, presidente di Gazprom Spa.

Inoltre sono presenti: Vladimir Igorevich Kozin, capo del governatorato del preisdente delal Federazione Russa, Yury Viktorovich Ushakov, vice capo dell'apparato governo della Federazione Russa, Alexnder Vikthorovich Grushko vice ministro Affari Esteri, Andrej Vladimirovic Dementiev, viceministro dell'Industria e del Commercio, Sergej Nikolaevich Mazurenko viceministro dell'istruzione e Michail Valentinovich Kovalchuk, direttore del centro scientifico russo 'Istituto di Kurchatov.

Nucleare. In cima all'agenda dei colloqui c'è stata soprattutto la sicurezza energetica. Durante l'incontro a Lesmo è stato infatti siglato un accordo tra i due dicasteri della ricerca scientifica per un progetto di ricerca della fusione nucleare, con programma 'Ignitor'. Il programma si avvale degli esperimenti realizzati dal professore Bruno Coppi e sostenuti da emeriti scienziati russi e italiani. "Abbiamo parlato molto del futuro dell'energia nel mondo, e siglato un accordo che può segnare una svolta per il nucleare. Un progetto che potrà cambiare gli scenari della produzione di energia per le generazioni future e aprire una nuova frontiera dell'energia nucleare'", ha detto Berlusconi aggiungendo che i lavori per la prima centrale nucleare in Italia "saranno iniziati entro tre anni". Il minsitro Scajola, ha spiegato il premier, "è infatti intenzionato a far partire i lavori entro questa legislatura". Prima di individuare un luogo in cui realizzare una centrale nucleare, ha concluso Berlusconi, "bisogna che cambi l'opinione pubblica italiana, dobbiamo fare una vasta opera di convincimento, guardando alla situazione francese".

La nuova centrale. Tra i punti previsti nell'accordo firmato da Fulvio Conti, a.d. e direttore generale di Enel, e Boris Kovalchuk, acting chairman del management committee di Inter Rao Ues, ci sono un 'memorandum of understanding' per la cooperazione nei settori nucleare, costruzione nuovi impianti e innovazione tecnica, efficienza energetica, e la distribuzione, sia in Russia che nei Paesi dell'Est Europa. Si tratta della prima parthership pubblico-privato nel settore nucleare in Russia: nell'accordo c'è lo sviluppo congiunto del progetto di una nuova centrale nucleare a Kaliningrad. La centrale sarà composta da due gruppi da 1.170 mw l'uno e utilizzerà la tecnologia di terza generazione Vver 1200. L'entrata in produzione è prevista tra il 2016 e il 2018. Una quota rilevante dell'energia prodotta sarà destinata ai vicini mercati europei. Inter Rao Ues fornirà i termini e le condizioni per la partecipazione di investitori esteri al nuovo progetto di reattore nucleare, così come le caratteristiche tecniche per la distribuzione dell'energia prodotta. Dal canto suo Enel studierà gli aspetti tecnici, economici e normativi del progetto per valutare condizioni e modalità della sua possibile partecipazione.

Industria. Considerati gli stretti rapporti commerciali tra Italia e Russia, al vertice hanno partecipato anche importanti personalità del mondo dell'industria, come l'Ad dell'Eni, Paolo Scaroni, l'Ad dell'Enel, Fulvio Conti, e il presidente di Pirelli, Marco Tronchetti Provera. Berlusconi ha annunciato che "Pirelli potrebbe aumentare la sua già cospicua presenza nella federazione russa acquistando stabilimenti che danno lavoro a 2500 persone". Per poi aggiungere che l'Eni potrebbe espandere la sua collaborazione con Gazprom anche al di fuori dell'Europa, ad esempio in Africa. "Continueremo - ha detto il premier italiano - in direzione della collaborazione fra Gazprom ed Eni e penso che ci possano essere collaborazioni in paesi extraeuropei. C'è tutto un continente come l'Africa che si apre ad aziende estere e non vorremmo lasciare che fosse solo la Cina ad assorbire tutte le nuove potenzialità" E poi ha spiegato i tempi per i lavori di costruzione del gasdotto South Stream, che inizieranno tra due anni. "I responsabili di Eni e di Gazprom - ha detto Berlusconi - hanno messo a punto le cose da fare immediatamente e si prevede l'inizio dei lavori nei primi sei mesi del 2012".

Gli aiuti all'Abruzzo. Per finire una stretta di mano e una promessa ribadita. Nel patto firmato oggi al vertice ci sono infatti anche i contributi che il governo russo si è impegnato a dare all'Abruzzo colpito dal terremoto dello scorso anno. In particolare 7,2 milioni di euro per la ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della chiesa di San Gregorio Magno a L'Aquila. Il progetto è nato dall'impegno formulato da Mosca durante il G8 in Abruzzo. "Già in occasione del G8 de L'Aquila - ha detto Berlusconi - l'amico Vladimir si era soffermato sulla volontà di darci questo aiuto. E io ho detto a Putin che ora si deve sentire obbligato a venire a L'Aquila per ascoltare la Santa Messa non appena sarà riaperta la chiesa di San Gregorio Magno".

(26 aprile 2010)

 

 

 

 

cianciullo

" Chernobyl: la memoria cancellata

26

apr

2010

Chernobyl e la telenovela nucleare

Fusione e fissione. Snocciolate così una dopo l’altra, come i titoli di due telenovele, fanno la loro figura: un salto a Mosca, uno a Parigi e la programmazione italiana è pronta. Un bell’assemblaggio e il nucleare va in onda. Peccato che la realtà sia un pochino più complessa. Per la fusione ci vorrà, se tutto va bene, qualche decennio. Per la fissione invece abbiamo cominciato più di mezzo secolo fa, con massicci investimenti militari che hanno avuto come ricaduta la nascita della prima generazione di centrali nucleari.

Da allora, sul piano della sicurezza legata al trattamento delle scorie, poco è cambiato: resta un lascito indesiderato che impegnerà il futuro di centinaia di generazioni ipotecando un tempo ben superiore a quello che ci separa dalla nascita dell’agricoltura. Ma limitarsi a questa considerazione sarebbe fuorviante. Non è vero che nulla è cambiato. Due novità in effetti ci sono.

La prima è la crescita di un terrorismo sempre più aggressivo che può avere come obiettivo sia l’attacco a una centrale nucleare sia l’uso dell’uranio per confezionare bombe sporche. La militarizzazione della società legata a una diffusione della tecnologia nucleare difficilmente può essere considerata una protezione sufficiente.

La seconda novità è che, come alternativa ai combustibili fossili che stanno minando la stabilità climatica, nei paesi che guidano l’economia globale sta crescendo la spinta verso le fonti rinnovabili. In Germania, dove il 31 per cento del Pil dipende dalle ecoindustrie, entro dieci anni il business dell’energia pulita supererà quello delle auto. Negli Stati Uniti in appena tre anni sono stati investiti quasi 13 miliardi di dollari di venture capital nelle tecnologie pulite e si calcola che l’assieme delle misure volute da Obama porterà la green economy a creare 1,7 milioni di posti di lavoro in un decennio. La Cina nel 2009 ha installato pale eoliche che forniscono l’elettricità prodotta da 5 centrali nucleari da mille megawatt. E, a livello globale, gli impianti eolici installati nel 2009 hanno prodotto più elettricità delle centrali nucleari costruite negli ultimi cinque anni.

Di queste tendenze, nel ventiquattresimo anniversario del disastro di Chernobyl (26 aprile 1986), si discute in tutto il mondo. In Italia c’è chi preferisce le telenovele.

Tag:Chernobyl, nucleare

Scritto lunedì, 26 aprile 2010 alle 18:20 nella categoria Energia, nucleare, rinnovabili. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.

 

 

 

 

 

 

" Caldo: marzo da record

Chernobyl e la telenovela nucleare "

25

apr

2010

Chernobyl: la memoria cancellata

images26 aprile 1986 – 26 aprile 2010. Ventiquattro anni. Bastano per cancellare la memoria del maggior incidente nucleare nella storia della produzione di energia elettrica? Pare di sì visto che, in assenza di soluzioni al problema delle scorie nucleari e con la minaccia crescente del terrorismo che pende sull’intero ciclo di lavorazione dell’uranio, si torna a parlare di nucleare in Italia.

Se ne parla perché conviene? Le stime sui costi del nucleare hanno subito negli ultimi tempi una violenta oscillazione verso l’alto: lo studio del 2005 dell’Agenzia internazionale per l’energia prevede un costo di 1.000 – 2.000 dollari per chilowatt, l’analisi successiva del Massachusetts Institute of Technology porta la cifra a 4 mila dollari e la valutazione della Moody’s Corporate Finance del maggio 2008 arriva a 7.000 dollari (contro i 1.000 del gas). Inoltre in un paese come l’Italia, dove il consenso sull’atomo appare particolarmente fragile, aumenta consistentemente il rischio di ritardi nella costruzione che rappresentano un importante fattore di aumento dei costi.

Se a questi elementi aggiungiamo il fatto che nel mondo gli impianti eolici creati nel 2009 hanno prodotto più elettricità di quella generata dalle centrali nucleari installate negli ultimi 5 anni, otteniamo il quadro di una convenienza che si sta spostando in maniera molto netta verso l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili. L’Italia ha oggi, nonostante tanti errori, la possibilità di far partire il motore produttivo in questa direzione guadagnando competitività e posti di lavoro. Perderemo anche questa opportunità?

Scritto domenica, 25 aprile 2010 alle 17:27 nella categoria Energia, nucleare, rinnovabili. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.

L'UNITA'

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2010-04-26

Putin da Berlusconi Vertice su energia e L'Aquila

L'incontro semi-privato a Villa Gernetto, in provincia di Monza, tra il primo ministro Russo Vladimir Putin e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Poi l'intesa siglata tra i due ministeri della ricerca scientifica per lo sviluppo dello studio nel settore della fusione nucleare. L'accordo prevede ricerche tra studiosi italiani e russi, nel settore della fusione nucleare, in base al programma Ignitur che, secondo quanto viene spiegato, può dare risultati sicuri e importanti. Ma anche la ricostruzione dell'Abruzzo è tema del vertice.

Nella dimora settecentesca del premier, per partecipare all'incontro, sono arrivati tra gli altri anche il ministro Maria Stella Gelmini, Paolo Bonaiuti, Guido Bertolaso, Marco Tronchetti Provera, Fulvio Conti. Nella delegazione russa: l'ambasciatore russo in Italia, Meshkov, il vice premier con delega all'Energia, Igor Secin, e il ministro dell'Energia Serghei Shmatko. Al vertice partecipa anche il Presidente del Consiglio di amministrazione della Gazprom, Miller, il vice ministro dell'Istruzione russo, Mazurenko, il vice ministro dell'Industria Dementiev, il vice ministro degli Affari esteri, Grushko, il vice capo dell'Apparato governo, Ushakov, il capo del governatorato del Presidente, Kozhin. In cima all'agenda dei colloqui la sicurezza energetica.

Putin è arrivato ieri sera a Milano per una visita 'semi-privata' in Italia. Berlusconi ha offerto a Putin una cena informale

nella sua residenza di Villa San Martino ad Arcore. Stamani invece i colloqui ufficiali a Lesmo, nella dimora settecentesca del Cavaliere e futura sede dell'Universita' del pensiero liberale. Al centro dell'incontro di oggi - al quale partecipano anche il ministro dell'Energia russo e il vicepremier russo con delega ancora all'Energia - i temi della cooperazione energetica e nucleare ed i molteplici spunti offerti dalle tante sinergie italo-russe in campo economico ed industriale. Spazio, ovviamente, anche per i principali dossier di politica estera, a partire dai rapporti di Mosca con la Nato e dalla questione nucleare iraniana. Al termine dei colloqui, conferenza stampa dei due leader, mentre nel pomeriggio Putin rientrera' a Mosca.

Il professor Putin Proprio il premie russo terrà a battesimo l'università liberale che Berlusconi sogna da anni. In conferenza stampa Berluconi spiega ai cronisti che i lavori per l'università vanno avanti e che i politici di livello internazionale contatti per insegnare sono già molti. "Io - aggiunge - vorrei che il primo tra i professori a inaugurare il corso fosse Vladimir Putin. L'ho chiesto a lui e dalla sua risposta - assicura sorridendo - ho capito che non sarebbe contrario a farlo".

Eni-Gazprom Eni potrebbe espandere la sua collaborazione con Gazprom anche al di fuori dell'Europa, ad esempio in Africa. Lo ha annunciato Berlusconi in conferenza stampa con Vladimir Putin al termine del vertice Italia-Russia. "Continueremo -ha detto - in direzione della collaborazione fra Gazprom ed Eni e penso che ci possano essere collaborazioni in paesi extraeuropei. C'è tutto un continente come l'Africa che si apre ad aziende estere e non vorremmo lasciare che fosse solo la Cina ad assorbire tutte le nuove potenzialità".

Nucleare La Russia, attraverso le sue società, è pronta a garantire finanziamenti e collaborazione tecnologica per la costruzione di nuove centrali nucleari in Italia. Lo ha annunciato il premier russo Vladimir Putin nella conferenza stampa a Villa Gernetto con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In particolare, Putin ha garantito anche la disponibilità a fornire combustibile nucleare e poi riprendere le scorie per il trattamento. La Russia, ha ricordato ancora Putin, partecipa già in Paesi terzi alla produzione di energia atomica attraverso tali sistemi: "Se in Italia questi progetti si realizzeranno - ha assicurato - da parte russa ci sarà una vasta cooperazione".

Campagna in tv Il vero problema del nucleare è che l'opinione pubblica non è pronta ad accettarlo nei propri territori. Per questo motivo è importante fare una "campagna di sensibilizzazione". Ne è convinto il presidente del Consiglio. Per convincere l'opinione pubblica italiana è necessaria una campagna sulla televisione. Berlusconi ha detto di aver già parlato con i vertici della Tv di Stato per una programmazione lunga, che duri circa un anno, e porti, per esempio l'esperienza dei francesi "che fanno la corsa per avere la centrale nel loro territorio". Questo perchè, come ha spiegato il premier, una centrale "porta tanti posti di lavoro. Dobbiamo fare una grande opera di convincimento e prendere esempio dalla Francia dove si è ormai assunta la consapevolezza della sicurezza delle centrali". Bisogna dunque che cambi l'opinione pubblica italiana che, come ha ricordato il premier citando un sondaggio, per il 54% ritiene utile le centrali, "ma poi nessuno risponde sì quando si tratta di averla nella propria provincia".

26 aprile 2010

il SOLE 24 ORE

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2010-04-26

Berlusconi sul nucleare:

"Primi cantieri entro il 2013"

dal nostro inviato Antonella Scott

26 aprile 2010

Berlusconi sul nucleare: "Primi cantieri entro il 2013". Nella foto Berlusconi e Putin

"Dai nostri archivi"

Centrali nucleari, Mosca invita Enel

Putin nella "dacia" di Silvio per amicizia e affari

Berlusconi: Putin sarà il primo docente all'Università del pensiero liberale

 

LESMO - Non è certo una visita privata, come era apparso in un primo momento, quella che ha portato Vladimir Putin a Lesmo, vicino a Monza, nella Villa Gernetto che Silvio Berlusconi vuole trasformare in Università del pensiero liberale: invitando il premier russo "a essere il primo tra i professori" a inaugurare i corsi a cui il presidente del Consiglio auspica partecipino anche giovani russi.

Dopo una cena informale ad Arcore domenica sera, questa mattina Putin e Berlusconi hanno fatto colazione insieme ma con loro c'erano due importanti delegazioni, il ministro russo dell'Energia Serghej Shmatko e il primo vicepremier Igor Sechin, i vertici di Eni e Gazprom Paolo Scaroni e Aleksej Miller, l'amministratore delegato di Enel Flavio Conti e Boris Kovalchuk di Inter Rao Ues. Queste due compagnie hanno firmato a Lesmo un memorandum di intesa che avvia la cooperazione congiunta nel nucleare, nella costruzione di nuovi impianti e nell'innovazione tecnica, nell'efficienza energetica, nella distribuzione sia in Russia che nei Paesi dell'Est Europa.

Enel battistrada in Russia. In questo ambito è particolarmente importante il progetto di sviluppo di una nuova centrale nucleare a Kaliningrad, prima partnership pubblico-privata nel settore nucleare in Russia. Se la costruzione verrà approvata, Enel sarà il primo soggetto straniero a essere coinvolto in un programma nucleare in territorio russo. La centrale di Kaliningrad è destinata alla distribuzione non solo in Russia ma anche nei Paesi dell'Est, ha fatto notare Berlusconi che qui è caduto in un lapsus parlando delle possibilità di espansione di Enel "in tutta l'Unione Sovietica".

Una nuova frontiere del nucleare. A Lesmo i dicasteri italiano e russo della Ricerca scientifica hanno siglato anche un altro accordo che, ha detto Berlusconi, "potrebbe aprire una nuova frontiera", sul fronte della fusione nucleare, oggetto di una ricerca sul programma Ignitor che si avvale degli esperimenti realizzati dal professor Bruno Coppi. Rispondendo a una domanda dei giornalisti sui tempi e i luoghi previsti dal governo per il ritorno al nucleare in Itralia, Berlusconi ha detto che non sarà possibile scegliere la sede della prima centrale nucleare italiana prima di aver compiuto un'operazione di convincimento dell'opinione pubblica, cosa che il governo si appresta a fare anche guardando all'esempio della Francia. Quando si realizzano nuove centrali, ha detto Berlusconi, "i francesi fanno a gara per averle a casa loro, perché portano tanto, tanto lavoro".

Lavori per la prima centrale entro il 2013. Ecco perché, ha concluso il premier, "stiamo lavorando a un progetto per raccogliere le esperienze dei cittadini francesi e portarle qui da noi". Quanto ai tempi, Berlusconi ha attribuito al ministro per lo Sviluppo economico Claudio Scajola il desiderio di avviare i lavori per realizzare la prima centrale "entro l'attuale legislatura, cioè entro il 2013". Berlusconi ha ribadito che dal suo punto di vista "il nucleare è una fonte di energia a cui nessun paese può rinunciare. Noi eravamo all'avanguardia - ha detto - tanto che nel '67 avevamo ben tre centrali funzionanti, ma poi sotto la spinta degli ecologisti estremi abbiamo dovuto rinunciare. Oggi non è possibile restare fuori da questa opportunità".

Nord Stream e South Stream. Putin e Berlusconi hanno cercato di sgombrare il campo dalle nubi che recentemente si sono accumulate su South Stream, voci di divergenze tra Eni e Gazprom anche riguardo all'ingresso di un terzo partner, la francese Edf. Il gruppo francese punta ad avere una partecipazione del 20% nel progetto, ha detto Putin, senza però precisare il nodo che potrebbe essere all'origine dei problemi tra Eni e il monopolio russo, cioè la divisione delle quote. I lavori per costruire il gasdotto avranno inizio "nei primi sei mesi del 2012", hanno detto Berlusconi e Putin, e il premier russo ha ripetuto che non ci saranno né ritardi né problemi tecnici, come dimostra il gasdotto che Italia e Russia già fanno funzionare sul fondo del Mar Nero, Blue Stream. Eni e Gazprom del resto appaiono ben decise a lavorare insieme anche altrove, compresa l'Africa che, ha detto Berlusconi, "non dobbiamo lasciare solo alla Cina".

Pirelli in Russia. Della delegazione italiana faceva parte anche Marco Tronchetti Provera, presidente di Pirelli che, ha spiegato Berlusconi, durante l'incontro della mattina ha illustrato i progetti di espansione in Russia, con la possibilità di acquistare nuovi impianti. Una domanda ha cercato di spostare il discorso sul fronte italiano e sul contrasto tra il presidente del Consiglio e Gianfranco Fini. Una giornalista ha chiesto a entrambi i premier "la loro ricetta della felicità coniugale in politica". "Noi siamo gente tradizionale - ha risposto scherzando Putin - lei si è spinta troppo in là". Ma poi ha osservato che lui e il presidente Dmitrij Medvedev operano "partendo dagli interessi del popolo russo".

Basta una persona per divorziare.

Berlusconi da parte sua ha ammesso di non aver avuto grandi risultati sul fronte del matrimonio. "Ripeto quanto ho detto nei giorni scorsi - ha aggiunto - per litigare bisogna essere in due e con me è difficile litigare. Ma mi hanno anche fatto notare che se per un matrimonio occorrono due persone, per divorziare ne basta una sola".

Centrali nucleari, Mosca invita Enel (di Antonella Scott)

Berlusconi: Putin sarà il primo docente all'Università del pensiero liberale

Putin nella "dacia" di Silvio per amicizia e per affari

Le case di Berlusconi raccontate dal suo architetto (di Evelina Marchesini)

26 aprile 2010

 

 

 

 

Centrali nucleari, Mosca invita Enel

di Antonella Scott

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25 aprile 2010

"Dai nostri archivi"

Putin nella "dacia" di Silvio per amicizia e affari

Gasdotto South Stream, accordo Eni-Gazprom sotto l'egida di Berlusconi e Putin

Scaroni incontra il vicepremier russo. All'esame accordi che coinvolgono Saipem e Enipower

Berlusconi da Putin, impulso al gasdotto South Stream

Berlusconi al party di Putin, torta di compleanno e gasdotti

A colazione con Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, lunedì mattina a Villa Gernetto, ci saranno anche Igor Sechin, il potente primo vicepremier russo responsabile per le questioni energetiche, e Serghej Shmatko, ministro per l'Energia. Non a caso: Sechin è presidente di Inter Rao, del gruppo Rosatom, campione nazionale dell'elettricità russa. Uno dei punti centrali del bilaterale italo-russo di oggi sarà la firma di un memorandum tra Enel e Inter Rao: l'avvio di un esame congiunto di fattibilità di un progetto che potrebbe fare di Enel la prima compagnia straniera a essere coinvolta nella costruzione di una centrale nucleare in territorio russo. Nell'énclave di Kaliningrad, per l'esattezza, dove Mosca sta avviando la costruzione di uno degli impianti che Putin ha programmato da qui al 2030 (un totale di 26 reattori nucleari) cavalcando il rilancio dell'atomo nel mondo. "Possiamo controllare non meno del 25% del mercato globale riguardante la costruzione e il funzionamento degli impianti nucleari", aveva detto il primo ministro russo il mese scorso a Volgodonsk. Il protocollo firmato oggi da Enel e Inter Rao studierà la costruzione di un reattore sperimentale termonucleare VVER basata su tecnologia russa, la stessa che Enel sta sviluppando in Slovacchia. "Le modalità industriali sono ancora da definire - spiega una fonte vicina al progetto - ma il significato politico di questo accordo è molto grande: Kaliningrad dimostra che la Russia è passata ai fatti davanti all'Europa che le chiede di aprirsi su questo fronte". Nei mesi scorsi Putin aveva preannunciato che il progetto nella regione più occidentale della Russia, stimato a un valore di 6,8 miliardi di dollari, avrebbe potuto essere aperto fino al 49% a investitori stranieri ed Enel, che con il nucleare completerebbe una presenza di operatore integrato in Russia sul fronte di carbone e gas, aveva espresso il proprio interesse. Secondo la russa Alfa Bank, Inter Rao starebbe pensando a una linea di trasmissione elettrica da Kaliningrad alla Germania lungo il tracciato del gasdotto Nord Stream, per portare energia elettrica russa all'Europa occidentale. A Lesmo oggi è atteso anche il rilancio del gasdotto gemello di Nord Stream, South Stream, joint venture tra Eni e Gazprom. Non è la prima volta che Putin e Berlusconi scendono direttamente in campo per dissipare i dubbi su un progetto che pare rimasto indietro rispetto al "braccio" settentrionale. Nelle settimane scorse si è parlato addirittura di uno scontro tra Gazprom e la compagnia energetica italiana, divergenze sulla gestione delle forniture e sulle modalità di ingresso di un terzo partner, la francese Edf. Sabato però a Vienna, dove South Stream ha conquistato l'adesione dell'Austria come settimo paese di transito, il capo di Gazprom Aleksej Miller ha voluto sgombrare il campo da ogni dubbio: "Entro il febbraio 2011 - ha detto - lo studio di fattibilità per South Stream sarà pronto". E nel giro di un mese e mezzo o due Gazprom preparerà tutti i documenti per consentire l'ingresso di Electricité de France. Condizioni, ha chiarito Miller, concordate insieme a Eni.

25 aprile 2010

 

 

 

Berlusconi: Putin sarà il primo docente all'Università del pensiero liberale

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26 aprile 2010

Berlusconi: Putin sarà il primo docente all'Università del pensiero liberale. Nella foto Vladimir Putin

"Dai nostri archivi"

Berlusconi sul nucleare: "Primi cantieri entro il 2013"

Putin nella "dacia" di Silvio per amicizia e affari

Centrali nucleari, Mosca invita Enel

Berlusconi da Putin, impulso al gasdotto South Stream

Gasdotto South Stream, accordo Eni-Gazprom sotto l'egida di Berlusconi e Putin

 

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha annunciato che Vladimir Putin sarà il primo docente dell'Università del pensiero Liberale che sarà aperta a Villa Gernetto, la villa settecentesca acquistata dal premier dove oggi si è tenuto il vertice Italia-Russia.

"Questa villa - ha detto Berlusconi concludendo la conferenza stampa - sarà la sede dell'Università del pensiero liberale dove verranno personalità da tutto il mondo che nei loro paesi hanno ricoperto ruoli di prestigio. Ho detto a Putin di mandare anche giovani russi e l'ho invitato ad essere il primo professore a tenere una lezione in questa università. Da come ha accolto questa mia proposta ho capito che sarebbe contento di farlo".

26 aprile 2010

 

 

Putin nella "dacia" di Silvio per amicizia e affari

di Gerardo Pelosi

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25 aprile 2010

Putin nella "dacia" di Berlusconi per amicizia e affari

"Dai nostri archivi"

Berlusconi sul nucleare: "Primi cantieri entro il 2013"

Centrali nucleari, Mosca invita Enel

Berlusconi da Putin, impulso al gasdotto South Stream

Berlusconi al party di Putin, torta di compleanno e gasdotti

Dopo il disastro di Smolensk escluso il guasto tecnico

Sarà Vladimir Putin, primo ministro della federazione Russa e uomo forte di una democrazia ancora tutta in fase di transizione il primo ospite straniero a pernottare, questa sera, insieme a una ristretta delegazione, a Villa Gernetto di Lesmo, recente acquisto del premier Silvio Berlusconi che intende farne la sede della nuova Università del pensiero liberale. La Villa settecentesca ha già aperto ufficialmente i battenti per un incontro bilaterale l'8 febbraio scorso tra Berlusconi e il premier croato, Jadranka Kosor, ma nel frattempo è stata allestita una foresteria che lo stesso "cavaliere" intenderebbe utilizzare sempre più spesso al posto di Villa San Martino ad Arcore il cui parco quasi si affaccia, da un lato, sui cinque ettari di Villa Gernetto.

Putin sarà accompagnato dal vicepremier con delega all'energia Igor Secin e dal ministro dell'energia, Serghei Shmatko. L'arrivo è previsto alle 21 all'aeroporto della Malpensa. Ad accogliere Putin sarà lo stesso Berlusconi. Insieme, in elicottero, raggiungeranno Arcore dove è prevista la cena prima del pernottamento a Villa Gernetto. Protocollo sui generis in un formato "semiprivato" una sorta di ibrido già sperimentato in passati incontri tra i due nelle dacie russe, a Soci e in Sardegna con picchetti e inni ma, ad esempio, senza i rispettivi ambasciatori italiano a Mosca e russo a Roma (Vittorio Surdo e Alexey Meskov) e delegazioni ridotte all'osso.

Serata informale dai toni rilassati quella di oggi senza un'agenda vera e propria. E' molto probabile che Putin si informi delle ultime vicende politiche italiane e del ruolo di Gianfranco Fini nella maggioranza. Anche Putin illustrerà qual è lo stato dell'arte della sua coabitazione con il presidente Medvevdev anche se si tratta di situazioni molto diverse. Putin e Medevevdev condividono la stessa strategia di modernizzazione della federazione russa ma con tempi e modalità diverse essendo il primo espressione di un mondo conservatore e il secondo riformista e liberale più vicino alle esigenze del mondo imprenditoriale. Per domani mattina son previsti i colloqui di lavoro con l'energia al primo punto. Del resto Putin insieme ai due responsabili dell'energia del suo esecutivo è giunto a Milano proveniente da Vienna dove ha preso parte, insieme al cancelliere austriaco Werner Faymann, dell'accordo quadro tra Gazprom e Ovm sulla realizzazione del gasdotto South Stream, progetto sviluppato dal colosso Gazprom in cooperazione con l'italiana Eni e che dovrebbe garantire il trasporto del gas siberiano verso Italia e Grecia sotto il Mar Nero a partire dal 2015. E domani Putin volerà a Kiev in Ucraina dove incontrerà il presidente Viktor Yanukovych per dare seguito all'accordo che consentirà alla flotta russa di rimanere nei porti ucraini sul Mar Nero fino al 2042 in cambio di uno sconto del 30% sul prezzo del gas proveniente dalla Russia.

Con l'Italia i rapporti sono ovviamente molto più amichevoli. Oltre agli accordi sul nucleare sperimentale e le nuove tecnologie l'obiettivo è quello di rafforzare l'interscambio tra i due Paesi calato nel 2009 a 32,9 miliardi di dollari contro i 52,9 del 2008. Previsto un giro d'orizzonte sulle principali sinergie italo-russe da Fiat Sollers (il primo fuoristrada è stato già costruito e consegnato a Berlusconi che lo ha regalato al ministro La Russa due giorni fa) Finmeccanica-Pirelli– Russian technologies e altre ancora da finalizzare come Alitalia-Aeroflot.

Come già accaduto in incontri precedenti saranno però le due personalità di Silvio e Vladimir a reggere la scena, ad appianare, ove servisse, i contrasti tra aziende dei due Paesi così come a porre le basi per nuovi affari. Una sintonia che dura ormai da oltre dieci anni tra le nuotate insieme in Sardegna alle bevute di vodka coperti da pellicce e colbacchi a Mosca o San Pietroburgo fino alle gite in idrovolante come nell'ultimo incontro sul lago Valdai. Un'amicizia che Berlusconi ama esibire come quando a gennaio dopo l'aggressione con la statuetta a Milano uscì per la prima volta in un centro commerciale e poi in Provenza indossando il giubbotto da navigazione della Marina russa. A chi nell'opposizione ha contestato questo rapporto troppo stretto con Putin chiedendo che si riferisse in Parlamento sui contenuti dei colloqui ai quali erano stati esclusi perfino diplomatici italiani Berlusconi ha sempre risposto: "è un rapporto che è utile all'Italia e che ci garantisce la sicurezza delle fonti di energia".

Centrali nucleari, Mosca invita Enel (di Antonella Scott)

Le case di Berlusconi raccontate dal suo architetto (di Evelina Marchesini)

25 aprile 2010

 

 

 

Lo stile delle case di Berlusconi raccontato dal suo architetto

di Evelina Marchesini

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8 febbraio 2010

Un interno di villa Gernetto (Infophoto)

"Dai nostri archivi"

Berlusconi si trasferisce nella nuova residenza

Macherio, villa Belvedere Visconti di Modrone

Busta con polvere bianca recapitata alla villa di Macherio

Berlusconi "junior" al riassetto

Marina Berlusconi: "Mio padre sta meglio"

La nuova reggia di Lesmo, Villa Gernetto, è solo la ciliegina sulla torta di un portafoglio di 17 residenze da sogno riconducibili al Cavaliere: Villa Belvedere dei Visconti di Modrone a Macherio, Villa San Martino ad Arcore, le ville a Bermuda, quella, più recente, di Antigua e poi quella più voluta e amata, Villa Certosa a Porto Rotondo, con i suoi 120 ettari di estensione e gli innumerevoli aneddoti che la circondano. Compreso quello della sua vendita che secondo il suo architetto di fiducia, Gianni Gamondi, è per l'appunto solo un aneddoto, perché in realtà la villa non è affatto sul mercato. Delle case di Silvio Berlusconi, dei suoi gusti architettonici e del suo amore per i giardini abbiamo parlato proprio con Gianni Gamondi, architetto delle star e degli industriali.

Architetto Gamondi, quali sono i progetti che ha seguito per Silvio Berlusconi?

Sono 30 anni che lavoro con lui. Mi sono occupato di Villa Certosa, della residenza di Macherio, dei progetti a Bermuda e ad Antigua, di appartamenti privati suoi e della casa di Marina. Tutti progetti di edificazione ex novo o di completo e totale rifacimento.

Come sceglie le sue residenze e che cosa vuole quando si parla di case?

Vuole assolutamente le cose belle! Non acccetta proposte tirate via o soluzioni di ripiego, in nessun caso. E poi cerca la logica, perché è un uomo logico e chiede la rispondenza funzionale di quello che gli viene proposto.

Per esempio in tema di tecnologie come si pone?

Accetta anche le proposte più elaborate, purchè funzionali. Va bene l'impianto di domotica, ma ci deve essere poi un tasto unico con cui lui manovra, altrimenti via, non viene accettato.

E il suo gusto qual è?

Un po' classico, preferibilmente. Ma accetta poi anche soluzioni più evolute se lo richiede il contesto della residenza. In ogni caso bisogna tenere in considerazione il fatto che dove c'è lui il luogo diventa di rappresentanza, è fatale.

Quanto partecipa alle fasi di progettazione?

Beh, se c'è da costruire partecipa in toto. E' uno scambio continuo di idee, di confronti, non si tira mai indietro anche se c'è un grande rispetto del professionista. Al parco di Villa Certosa in Sardegna ho lavorato per nove anni di fila, si immagini cosa vuol dire progettare e realizzare uno spazio di oltre 80 ettari! E' stato tutto un work in progress, ci vedevamo tutti i weekend ed è stato un periodo bellissimo, molto fervido e gratificante. Ecco, il premier Berlusconi è uno che ti dà soddisfazione, ti gratifica, ti fa partecipare. Ricordo un pranzo a Villa Certosa con Putin: eravamo Berlusconi, Putin, il giardiniere e io. Sono un grande estimatore del Cavaliere, nel confronto ti pone sempre come persona, mai come accessorio.

Il grande amore per i giardini da dove arriva?

L'ha sempre avuto, fin dalla villa di Macherio. In tutte le sue residenze il prato è una moquette, le piante sono scelte con cura e mai in modo casuale. Il mio dramma è che non ho memoria, lui invece si ricorda a memoria tutti i nomi scientifici delle piante. Per esempio a Villa Certosa ha fatto mettere miriadi di targhe in latino (nomi scientifici) e in italiano per le piante, così che i figli li imparassero. Comunque Villa Certosa è diventata un paradiso: il parco ha oltre 100mila piante, ci sono 5mila ibiscus di 800 tipi diversi, 2mila palme, 850 tipi di agrumi diversi provenienti da tutto il mondo….

Visto che ha parlato di Villa Certosa, è vero che i giardini seguono linee, misure e formule massoniche e cabalistiche?

Ma va, sono balle! (sonora risata) Sono grafie mie, degli schizzi, si lavora sul territorio e ci si adatta a quello che si trova, altro che cabala. Guardi, l'esempio dell'anfiteatro di Villa Certosa: era una conca dove ci si sedeva sul prato a fare conversazione e dato che le signore si sporcavano i vestiti l'abbiamo pavimentato.

Ci può raccontare qualche altro aneddoto?

Girare il male in bene. E' una sua regola. Per esempio una notte si è bruciata una valle del parco e io ero disperato, non si è potuta salvare anche perché non c'era acqua e i pompieri non sapevano come fare. Allora lui mi ha fatto fare un lago, un lago di 20mila metri mica una piscina: così ora abbiamo l'acqua e abbiamo salvato la visuale della valle. L'abbiamo fatto in due mesi, facendo arrivare i tessuti plastici per il rivestimento dall'Olanda, perché quando decide una cosa bisogna farla in fretta.

Villa Certosa adesso però è in vendita, no?

Quello è stato un suo scatto d'ira, niente di più. Io sto lavorando là, stiamo decidendo un ampliamento per avere due camere in più per gli ospiti.

In che senso uno scatto d'ira?

Perché non è più libero di girare in casa sua, nemmeno con 80 ettari di parco. C'è sempre qualcuno che spia, che guarda, ma vedrà che poi non la venderà, Villa Certosa gli sta nel cuore.

Ultimamente ha cercato casa a Venezia, ma non l'ha trovata. Come mai? Non c'è niente che gli piaccia?

Di bei palazzi ce ne sono, ma sono troppo impegnativi in termini di gestione. E' vero che ha il male del mattone, ma poi rinsavisce e ragiona in termini di impegni reali.

Ci racconti dell'ultima villa ad Antigua.

Abbiamo portato giù Carteri (Gianni Carteri, ideatore dell'irrigazione della Costa Smeralda e oggi chiamato dagli arabi per i più fantastici giardini nel deserto, ndr) che si è sbizzarrito per il parco e i giardini, bellissimi. Lì poi c'è la natura che ti aiuta, tu imposti e il clima fa tutto il resto.

E la casa?

Molto meno formale di tutte le altre, anche perché sono cambiati i tempi. Lo stile è caraibico, si respira un'aria di informalità ed è molto fresca e frizzante. Naturalmente gran parte dei materiali è arrivata dall'Italia, come le tessere per i mosaici della piscina.

Sceglie direttamente i materiali? Che cosa predilige?

Adesso è molto sensibile alla logica del risparmio energetico, anche in Sardegna stiamo ragionando in questi termini, con tanto di pannelli solari e isolamento termico. E poi ha una grande preferenza per i produttori italiani, direi totale.

C'è già qualche idea di assegnazione delle case ai figli?

Non mi risulta. Ma le posso dire due cose: quando si trovano tutti insieme c'è una completa armonia. Ma è anche vero che ormai i figli preferiscono farsi le vacanze per conto proprio e le occasioni di riunione familiare sono rare.

E' confermato il pranzo di domani con tutti i figli?

Sinceramente non lo so. Oggi non l'ho ancora sentito.

Berlusconi inaugura Villa Gernetto

Berlusconi si trasferisce nella nuova residenza

Photogallery / Le ville di Berlusconi

Finanza e Matrimonio / La Borsa fa male alla coppia

Il precedente della dinasty Murdoch

Berlusconi, pranzo di famiglia con "riassetto" (di Marigia Mangano)

8 febbraio 2010

 

 

 

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